Mio caro amico

Prezioso amico mio, tu che mi davi coraggio, mi sostenevi e mi consigliavi, dove sei? perchè non parli? La delusione ti ha allontanato da me, ma non pensare che che per quella sofferenza io mi sia dimenticato cosa tu hai fatto per me.

Torna ad essere mio prezioso consigliere, torna a far palpitare d’Amore il mio cuore. Torna a dar coraggio alle mie azioni, infondi in me parole e pensieri di gioia, perchè solo tu, mio buon amico, puoi condurmi da Lei che vedo in lontananza ma non ancora attraverso i tuoi occhi, quelli del vero Amore.

O mio paesino

Paese mio, amore incondizionato che fin dalla nascita mi accompagna, nella tua piccolezza hai accolto me, misero uomo. Le tue vie, nel silenzio della sera, risuonano di quel sapore che solo tu hai. La tua pace è la mia pace, il tuo piacere è il mio piacere. 

La tua Storia, le tue case, le tue vie, la tua natura sono i miei ricordi, il mio presente e futuro. O Mio paese natio, tu sai che ricambio quel amore che tu hai dato accogliendomi e ti amo perchè sei la mia casa, la mia pace e la mia realtà.

La storia del Veneto

Racconto della civiltà dei veneti e della storia della Repubblica Serenissima raccontata, in forma di cartone animato da Dino Da Sandrà.

Giornata della Memoria. Una riflessione

Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia.
L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di conoscenze, nel cuore del continente più civile e avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra tutti gli ebrei d’Europa.
Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo.
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite allo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione.
La consapevolezza di ciò che era stato Auschwitz fu tra gli elementi fondamentali per la costruzione, identitaria prima ancora che giuridica, della futura Europa unita.
Scriveva il filosofo Theodor Adorno che dopo Auschwitz sarebbe stato “impossibile scrivere poesie”, intendendo rendere l’idea di quali implicazioni radicali comportava assumersene la responsabilità, negli anni della ricostruzione e della nascita dell’Europa unita.
Era indispensabile stabilire con esattezza ciò che l’Europa non sarebbe stata. Alle radici dell’impostazione ideale dell’attuale Unione Europea c’è il rispetto per la dignità umana e il rigetto per ciò che era accaduto, sia prima che durante la guerra, a causa di idee razziste e liberticide. Auschwitz è la negazione dei principi ispiratori dell’Europa coesa, economicamente, socialmente e culturalmente avanzata che conosciamo oggi.
Il 27 gennaio 2010 il Giorno della Memoria si celebra in Italia per la decima volta. Dieci anni sono passati da quando fu chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di partecipare all’attuazione delle iniziative, promosse dalle istituzioni dello Stato italiano e in particolare dal Ministero dell’Istruzione, che avrebbero caratterizzato lo svolgimento di questa giornata. Oggi il Giorno della Memoria è diventato un’occasione fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani tramite una importante attività didattica e di ricerca.
Da allora l’ebraismo italiano si è a più riprese interrogato sul modo di proporre una riflessione che non fosse svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, crediamo infatti che occorra cercare di perpetuare il senso vero di questo giorno.
Molti sono stati in questi anni gli studi, gli articoli, le riflessioni, le pubblicazioni di studiosi e intellettuali che hanno tentato di definire e ridefinire costantemente il senso della Memoria.
Esiste infatti una problematica della relazione tra Storia e Memoria. La Shoah è ormai consegnata ai libri di Storia, al pari di altri avvenimenti del passato. Pochi testimoni sono rimasti a raccontarci la loro esperienza. Si potrebbe ipotizzare una Memoria cristallizzata nei libri, come un evento importante ma lontano nel tempo, da studiare al pari di qualsiasi altro capitolo di un libro scolastico, con il rischio di rendere distante il significato e la ragione vera per cui il Giorno della Memoria è stato istituito per legge.
L’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. E’ di enorme importanza che le nuove e future generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi.
Scriveva la filosofa Hannah Arendt, che il male non ha né profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E’ una sfida al pensiero, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale.
La filosofa che forse più in profondità ha studiato le aberrazioni del nazismo, coniando quella ormai famosa espressione, “la banalità del male”, riferita a uno dei principali esecutori della Shoah, dà una definizione di tetra neutralità e ignavia a chi non pensa, a chi non riflette, a chi non ha idee proprie, a chi non dà valore e giudizio alle proprie azioni e alle loro conseguenze. La Arendt collega il “bene” direttamente al pensiero, fonte vitale di comprensione del mondo.
Favorendo noi una riflessione vivace nei ragazzi, renderemo forse il servizio migliore a questo Giorno che, per essere vissuto nel modo più autentico, necessita di un pensiero non statico, non nozionistico.
Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti, anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più.
Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti.

                                                                            Tratto da www.ucei.it

Rimembranza poetica

Ella va e seco porta n’aura di gioia che ogni cor che le se avvicina se rallegra e va cantando in giro d’aver visto,non cosa terrena, ma dal ciel venuta.                              

Ma ora la sua anima, sì splendida e candida, sta per spiccare il volo verso chissà quale meta e il mio cor con lei se ne va e lascia me, misero e solo, in terra arida e grigia.                     Ma ecco il cielo si riapre e vedo Lei, avvolta da un’aura d’orata, e seco porta il mio cor che nelle sue mani sembra aver trovato dimora.                                                              

La terra prende di nuovo vita, i campi fioriscono, gli augelli cantano e rendono grazie a Lei, Venere che dona la vita a tutte le cose.

Ed umile, io, nel rivederla, rinasco e il mio cor non può fare a meno di cantare sì fatta beltade e  splendore. E così, nel mio triste errare su questa terra, ricevo alimento dalla sua bellezza e per questo dico: – Toglietemi anche il pane, ma mai il suo viso-.

La storia della Befana

La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino. Infatti la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono infila doni e dolcetti nelle calze dei bambini appese al caminetto. Ai bambini buoni lascia caramelle e dolcetti, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone. La Befana si festeggia nel giorno dell'Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”.Avvenne nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fecero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra.Anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, ad elargire doni o carbone, a seconda che i bambini siano stati buoni o cattivi.Una leggenda spiega la coincidenza così:una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.

Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio a cavallo della sua scopa…                           FILASTROCCHE DELLA BEFANA


Ti ricordi….

A volte c’è un pò di romanticismo in ognuno di noi, ma perchè non dargli voce?

Ti ricordi di me, sono Amore. Mi hai voluto bene, un giorno, tanto tempo fa. Mi contemplavi, mi parlavi o semplicemente mi pensavi. Ma perchè ora non posso essere più il tuo compagno, il tuo amico, un fratello per te a cui chiedere consiglio?

Sai – gli risposi – non ti ho più accettato, non ti ho più alimentato, non ho voluto più a che fare con te! Sei stato , Amore, il mio coraggio, il mio sentimento grande e un compagno fedele. 

Ma perchè ora tu non mi vuoi? Sappi solo che io esisto, e sono sempre qui ad ispirare i giovani, i ragazzi e le ragazze… Sappi, dunque, che io sono qui anche per te; tu chiudi il cuore ma io sono sempre qui. Ora è il momento che tu, o mio caro, mi riprenda con te !!

Si, tu mio caro amico, riavvicinati a me, ma aspetta rimani ancora sull’uscio del mio cuore, ispirami da lontano, guarda a me con gioia perchè sto facendo spazio per darti casa. Torna a darmi felicità, consigliami da lontano, naviga con me nel mare dell’Amore e conducimi verso un porto dove io possa trovarLa e in Lei rifugiare il mio cuore.

Pensieri che furono….

 

Scrivo qui di seguito 3 pensieri / poesie scritte da me, ormai più di un anno fa. Sono identificative di un momento particolare della mia vita. Leggetele e se volete commentate

                           Come quest’albero

Voglio le foglie, voglio che germoglino i frutti del mio amore per lei.
Forse non è ancora tempo...
Ma quando arriva la mia primavera?

ALL’AMORE : Alba e tramonto della vita, sostanza e spirito della mente, sogno e realtà che seduce l'uomo, postulato e discussione dei giorni tristi, cuore ed anima del corpo, musica che allieta e che ti accompagna, unico e molteplice speranza del cuore...
A te, che dall'alto manovri l'uomo e gli arrechi gioie e dolori, allegria e gioia, ma anche tristezza; a te che fai dire Ti amo alle persone e le fai piangere per l'angoscia di un amore finito.Te solo Dio dell'uomo ascolta la mia solitudine, assapora la mia anima e dimmi che mi vuoi bene almeno tu.

AL SALICE CHE PIANGE

Salice perchè piangi?
Forse perchè con le tue fronde non arrivi al fiume?
Oppure perchè i tuoi rami non risuonano al soffio del vento?
Albero tu sei lì, fermo e saldo al terreno
Sei forte resisti agli inverni della vita
Alle estati serene, calde ma anche anche a quelle tristi
La tua chioma mi ricorda le lacrime
Che ho versato e che sto versando in questo momento
Tu che sei così
aiutami ad essere saldo
ad avere forza come te e a crescere
come il tuo fusto e la tua chioma
insegnami a passare gli inverni tristi della vita
ed aspettare
perchè anche per me arriverà la gioiosa primavera
e ritornerà, come le foglie sugli alberi,
nel fiore dei miei anni
e l'amore della mia gioventù.